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Agricoltura: il futuro è sempre più digitale, come sfruttare il leasing per cambiare il volto della tua azienda

Più software e robotica. Ma anche Blockchain, QR code, mobile app. Tra tecnologie che migliorano la qualità e la sostenibilità delle coltivazioni, e soluzioni per la competitività delle aziende, il settore agroalimentare italiano parla sempre più la lingua del digitale.

A confermarlo ci pensano gli ultimi dati diffusi dall’Osservatorio Smart AgriFood della School of Management del Politecnico di Milano e del Laboratorio RISE dellUniversità degli Studi di Brescia, dai quali è emerso che, nel 2019, gli imprenditori agricoli italiani hanno speso 450 milioni di euro per l’agricoltura 4.0 (+22 per cento rispetto a quanto speso l’anno prima, pari al 5 per cento circa dei 7,8 miliardi di dollari investiti in tutto il mondo).

Circa metà degli investimenti sono stati impiegati per l'acquisto di sistemi di monitoraggio e controllo (il 39% della spesa). Una buona fetta è stata riservata ai software gestionali (20%) e macchinari connessi (14%), mentre la parte restante è stata spesa per l'acquisto di sistemi di monitoraggio da remoto dei terreni (10%), di mappatura (9%) e di supporto alle decisioni (5%). Tutti strumenti, insomma, grazie ai quali è possibile conoscere in tempo reale lo stato di salute delle coltivazioni, dati su previsioni meteo, temperature, fertilità dei terreni e stress idrico.

Agricoltura 4.0

I dati 2019 diffusi dall’osservatorio Smart AgriFood confermano una tendenza già in atto da alcuni anni in Italia, quella della progressiva affermazione dell'Agricoltura 4.0, ovvero di nuovo approccio al sistema di gestione delle aziende agricole che prevede l'utilizzo di una serie di tecnologie interconnesse per migliorare resa e sostenibilità delle coltivazioni. Ma anche qualità produttiva e condizioni di lavoro. 

Questo è solo l’inizio di un processo destinato a crescere nei prossimi anni. Come sottolineato da Coldiretti lagricoltura 4.0 di precisione rappresenta il futuro dei campi ed entro il 2022 mira a coinvolgere il 10% della superficie coltivata in Italia con lo sviluppo di applicazioni, sempre più adatte alle produzioni nazionali su diversi fronti: dall’ottimizzazione produttiva e qualitativa alla riduzione dei costi aziendali, dalla minimizzazione degli impatti ambientali con sementi, fertilizzanti, agrofarmaci fino al taglio dell’uso di acqua e del consumo di carburanti.

Di fronte alla necessità sempre più urgente di dare una spinta agli investimenti digitali nel settore agricolo, la Legge Finanziaria 2021, ha prorogato fino al 31 dicembre 2022, le misure, che vanno sotto il nome di “Piano Transizione 4.0”. 

Si tratta di misure che offrono un supporto a tutti quelli imprenditori che vogliono investire nella digitalizzazione dei processi produttivi, nella valorizzazione della produttività dei lavoratori, nella formazione di competenze adeguate e nello sviluppo di nuovi prodotti e processi.

Le spese che potranno beneficiare del credito sono quelle per l'acquisto di beni materiali che immateriali nuovi (esclusi i mezzi di trasporto), anche in leasing finanziario, effettuate dal 16 novembre 2020 fino al 31 dicembre 2022 (o fino al 30 giugno 2023, a condizione che entro il 31 dicembre 2022 sia stato pagato almeno il 20% del costo).

La misura del credito prevede benefici ad intensità crescente in base alla tipologia degli investimenti e della data di effettuazione:

Beni strumentali funzionali alla digitalizzazione (ovvero beni materiali strumentali appartenenti ad Industria 4.0): spetta credito di imposta del 50% del costo per gli investimenti fino al 31/12/2021, in calo al 40% nel 2022;

Beni strumentali generici” non rientranti nellinsieme dei 4.0: fino al 31/12/2021 il tax credit passa dal 6 al 10%, per tornare al 6% nel 2022.

Il credito di imposta, utilizzabile in compensazione nel modello di pagamento F24 in 3 quote annuali (non più 5 rate annuali), è concesso alle imprese residenti in Italia, con qualunque forma giuridica, e qualunque regime di determinazione del reddito.

Due gli obblighi: che l’impresa beneficiaria abbia rispettato le norma in materia di sicurezza sul lavoro e che abbia adempiuto correttamente agli obblighi di versamento dei contributi previdenziali ed assistenziali dei lavoratori.


[Fonte: CredemLeasing]

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